Scuola dell'infanzia
La scuola dell’infanzia accoglie alunni dai tre ai cinque anni ed ha come fine educativo lo sviluppo armonico e globale delle potenzialità di tutti i bambini che in questa fase di vita si stanno avviando alla presa di coscienza di se stessi, degli altri e del mondo che li circonda. Nell’individuazione degli obiettivi generali e specifici saranno prese in considerazione le indicazioni nazionali del 2012.
Lo sviluppo affettivo, cognitivo, linguistico, relazionale e psicomotorio del singolo bambino è seguito dalle insegnanti con modalità il più possibile individualizzate.
Le attività mirano alla formazione dell’identità, insistendo sullo sviluppo e il consolidamento dell’autonomia, della socialità e delle competenze, attraverso modalità ludiche.
Il gioco riveste quindi una fondamentale importanza in tutte le attività ed in tutti i tempi della giornata scolastica. Il gioco va inteso come momento in cui il bambino esplora l’ambiente, trae da esso informazioni e le organizza secondo criteri personali ed adatti al suo sviluppo cognitivo ed emotivo. Il gioco dunque è uno strumento di conoscenza, così come l’attività grafica, l’ascolto di storie, la conversazione, il canto, le attività motorie, l’esplorazione dell’orto e della natura, costituiscono forme di gioco.
La realizzazione di laboratori è un modo per facilitare il processo di apprendimento, dando ampio spazio al fare diretto, attraverso strategie ed esperienze che i bambini possono attuare liberamente. Il laboratorio si fonda principalmente sulla stimolazione della creatività del bambino, sviluppando il pensiero ed accrescendo sistemi simbolici e culturali.
L’apprendimento avviene attraverso l’azione, l’esplorazione, il contatto con gli oggetti, la natura, l’arte, il territorio, in una dimensione ludica, da intendersi come forma tipica di relazione e di conoscenza. Nel gioco, particolarmente in quello simbolico, i bambini si esprimono, raccontano, rielaborano in modo creativo le esperienze personali e sociali. Nella relazione educativa, gli insegnanti svolgono una funzione di mediazione e di facilitazione e, nel fare propria la ricerca dei bambini, li aiutano a pensare e a riflettere meglio, sollecitandoli a osservare, descrivere, narrare, fare ipotesi, dare e chiedere spiegazioni in contesti cooperativi e di confronto diffuso.
L’organizzazione degli spazi e dei tempi diventa elemento di qualità pedagogica dell’ambiente educativo e pertanto deve essere oggetto di esplicita progettazione e verifica. In particolare:
- le aule sono accoglienti, calde, ben curate negli arredi,allestite con elaborati degli alunni. Lo spazio parla dei bambini, del loro valore, dei loro bisogni di gioco, di movimento, di espressione, di intimità e di socialità, attraverso oggetti volti a creare un luogo funzionale e invitante;
- il tempo disteso consente al bambino di vivere con serenità la propria giornata, di giocare, esplorare, parlare, capire, sentirsi padrone di sé e delle attività che sperimenta e nelle quali si esercita.
L’ingresso alla scuola dell’infanzia costituisce l’inizio di un nuovo cammino, che vede il bambino il più delle volte alla sua prima esperienza nel sociale, in un nuovo ambiente e in relazione con persone che non appartengono al suo contesto familiare.
La necessità dei bambini più piccoli di trovare anche all’interno dell’ambiente scuola un «ancoraggio» forte all’adulto, simile a quello dell’ambiente familiare, porta ad una personalizzazione dell’accoglienza di ciascun bambino, prevedendo riti, tempi e spazi di attenzione individuale.
Le implicazioni affettive ed emotive sia della componente bambino sia della componente genitore, alla quale va data la necessaria attenzione, portano a prevedere le seguenti modalità:
- incontro insegnanti-genitori per fornire informazioni sul metodo educativo-didattico, sull’organizzazione della scuola e per rassicurazioni sull’ambiente che accoglierà il loro bambino;
- incontro individuale genitori-insegnanti per una reciproca conoscenza e una prima raccolta d’informazioni relative al bambino e alla sua famiglia.
Per favorire il suo inserimento in maniera positiva occorre dare ampio spazio al gioco, che contribuisce a creare un clima familiare, a catturare la curiosità, a favorire le relazioni, ad incentivare la sua motivazione al fare, da solo o nel gruppo, al piacere di rapportarsi con il nuovo ambiente.
La metodologia
Il metodo Naturale parte dallo scarabocchio per arrivare infine alla lettera. Di deriva costruttivista o globale il “metodo naturale” di Freinet, definisce l’insegnamento come: “l’arte di fare emergere le domande e di accompagnare gli alunni nella ricerca delle risposte”. Educare all’attesa, alla ricerca, al bisogno iniziale di porsi interrogativi, alla capacità di arrivare, attraverso un percorso personale, individuale e collettivo, a scoperte che via via si evolvono. La classe viene vissuta come una comunità che ricerca, consapevole che il lavoro di gruppo è l’elemento di forza della ricerca del sapere: in una parola consentire al bambino di apprendere in modo “naturale”.
Il metodo Sperimentale o scientifico è fondato sull’esperienza e sull’osservazione e si basa su PROBLEMA, IPOTESI, VERIFICA.
Con questo metodo il bambino è posto al centro della costruzione del sapere partendo dalle proprie esperienze, dette precompetenze e dalla ricerca continua delle proprie ipotesi e verifiche. Si discute con i bambini, che con le loro conoscenze formulano delle ipotesi che dovranno poi attraverso strumenti quali esperimenti, osservazioni dirette, ricordi, internet, essere verificate per condurci alla formulazione di una teoria cioè alla risoluzione del problema posto. Se l’ipotesi non risulta verificata, si riparte dall’osservazione.
Al centro del processo di apprendimento ed attivamente responsabile è il bambino, protagonista del metodo Costruttivista. Gli spazi diventano luoghi dove poter raccontare le esperienze,le proprie emozioni!
Il sapere parte quindi dal proprio vissuto in modo da rendere partecipe emotivamente il bambino, portatore di conoscenze proprie. La tecnica del brainstorming ci permette di far nascere ogni nostra attività, ogni nostro laboratorio, attraverso il confronto con gli altri e la libertà di esprimere le proprie idee in una dimensione di continua ricerca. Il nostro modo di rappresentare le conoscenze e mettere in luce i concetti e le loro relazioni, si esprime attraverso le mappe concettuali, chiaramente in questa fase arricchite da disegni e simboli, che rappresentano un efficace strumento di strutturazione del pensiero e di verifica dei livelli di comprensione.
L’osservazione, nelle sue diverse modalità, rappresenta uno strumento fondamentale per conoscere e accompagnare il bambino in tutte le sue dimensioni di sviluppo, rispettandone l’originalità, l’unicità, le potenzialità attraverso un atteggiamento di ascolto, empatia e rassicurazione. La pratica della documentazione va intesa come processo che produce tracce, memoria e riflessione, negli adulti e nei bambini, rendendo visibili le modalità e i percorsi di formazione e permettendo di apprezzare i progressi dell’apprendimento individuale e di gruppo. L’attività di valutazione nella scuola dell’infanzia risponde ad una funzione di carattere formativo, che riconosce, accompagna, descrive e documenta i processi di crescita, evita di classificare e giudicare le prestazioni dei bambini, perché è orientata a esplorare e incoraggiare lo sviluppo di tutte le loro potenzialità. Analogamente, per l’istituzione scolastica, le pratiche dell’autovalutazione, della valutazione esterna, della rendicontazione sociale, sono volte al miglioramento continuo della qualità educativa.